domenica 10 maggio 2009

Mario Calabresi - Spingendo la notte un po' più in là

Spingendo la notte un po' più in là si legge velocissimamente, perché le pagine scorrono a precipizio ché nessuna sembra slegata dall'altra e le emozioni da cui il lettore facilmente si lascia investire sono molteplici e il contrario che frastagliate, anche se come di un film, anche la lettura di un libro va sempre a braccetto con la storia personale di ogni singolo lettore.

Mario Calabresi, promosso da inviato a New York della Repubblica a neo direttore de La Stampa, classe 1970, dunque un giovane per l'età media italiana dei direttori, è l'autore.

Ha il naso della madre, Gemma Capra, ma l'impronta è del commissario. Lui aveva 2 anni quando il padre fu ammazzato il 17 maggio del '72 e questo libro è una raccolta di parole dette, lette, sussurrate, gridate e la crescita di una famiglia.

Colpisce la dignità, senza bisogno di retorica. Nonché la rinascita. L'ammissione di un dolore sconfinato, irrinunciabile, ma anche la riuscita di una passeggiata a testa alta e a non covare brutti rancori, altrimenti ci si priva della vita, pur vivendola.

Ogni parola ha un suo peso, ma commuovono trafiletti interi di dichiarazioni riportate da Calabresi, l'autore, nei suoi dialoghi con la moglie di Biagi o con i figli di Tobagi.
E poi gli insegnamenti di una donna di 27 anni, la madre: uno su tutti, quello di non provare odio. Pare banale, ma non è da tutti.

Il padre appare tenero, come non tradiscono i ricordi di un bambino di due anni.

L'Italia è un paese che non cresce. L'Italia non è un paese maturo.
Neanche oggi, dopo decenni di insegnamenti insanguinati.
E' facile parlare per chi non c'era, ma quando leggi queste pagine, oggi, non si riesce a tirar su la testa ed ammettere che è passato. Piuttosto è un presente pressante.

Il nome di Pinelli ricorre nel libro, per quel legame così indissolubile che per sempre lo congiungerà a quello del Commissario. Così sembra quasi naturale comprare un libro uscito non da molto: La notte che Pinelli 12 euro. L'autore questa volta è Adriano Sofri.
Fatto. Sta sul comodino.

Buona serata,
Robiciattola

PS: Calabresi, nel frattempo, ha pubblicato un altro libro: La fortuna non esiste - Storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi.
Anche qui pare banale e invece è naturale, ché troppo spesso il naturale corso delle cose e la forza reattiva dell'uomo viene scambiata per banalità. Strano.

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